Bue marino di Favignana

Bue marino di Favignana

Bue Marino di Favignana

L’estremità orientale ha una costa alta alcuni metri e l’accesso al mare è difficile. Il punto più comodo si chiama Bue marino di Favignana, è una discesa a mare in mezzo alle vecchie cave di tufo, l’acqua di fronte è blu scura con bellissime chiazze azzurre.

Un piano di materiale composito realizzato dall’uomo permette l’accesso al mare come dal bordo di una piscina. L’acqua è qui subito fonda, non si tocca, c’è spesso corrente, l’ombra è poca, ma garantita da alcuni ingrottamenti delle cave, il contrasto e la vicinanza tra cave e mare cristallino fa di questo posto uno dei più apprezzati dell’isola.

Come raggiungere il Bue Marino

Per raggiungere il Bue marino venendo dal paese bisogna seguire le indicazioni per Cala Rossa e proseguire seguendo poi quelle per il Bue marino, la strada è lunga meno di 5 km e l’ultima parte è una strada sterrata bianca di tufo.

Il nome Bue Marino di Favignana indica che un tempo qui esistevano le foche, in particolare della specie foca Monaca.

È una buona cala per i tuffi e consigliata quando il vento soffia da ponente, mentre è poco adatta per chi ha bambini piccoli.

Sensazioni

Una volta giunti qui, dopo un bel bagno, seduti sul vostro asciugamano, provate a guardare con occhi diversi questo posto e ad immaginarlo quasi due secoli fa, in una qualunque giornata dell’anno. Le cave sono popolate dai cavatori di pietra, si sentono i colpi dei loro strumenti sul tufo, alcuni lavorano dentro a cunicoli per molte ore, al lume di una candela, perdendo il senso del tempo, rischiando la vita e ricoprendosi di una pesante polvere bianca. In acqua non ci sono turisti a fare il bagno, ma altri lavoratori che stanno sulle imbarcazioni in legno chiamate schifazzi, con la vela triangolare.

Si avvicinano alla costa e chiamano i loro compari sull’isola, che arrivano col carretto tirato dall’asino, carico delle pietre estratte. C’è un gran vociare, bisogna avvicinare la barca alla roccia e con quegli scivoli in pietra caricare i tufi sulle barche, é l’ultima parte di un lavoro pesante pagato a cottimo. Questi pezzi di Favignana vanno a Palermo, quelli a Trapani, quegl’altri a Marsala, altri ancora a Tunisi.

Così Favignana si svuotò per costruire case e palazzi altrove, trasformandosi. Quello che vedete qui al Bue marino é il risultato della frenetica attività umana durata oltre due secoli.

Questo capitolo è un estratto del libro ebook “Favignana Guida ai punti di interesse”, disponibile su Amazon e su Kobostore. Il testo, nell’ebook e nel libro cartaceo è arricchito con note contenti informazioni e dati aggiuntivi.

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